I PRIMI SEI GIOVEDI' DEL MESE
Attraverso Alexandrina Maria da Costa Gesù chiede che:
"... venga ben predicata e ben propagata la devozione ai Tabernacoli,
perchè per giorni e giorni le anime non Mi visitano, non Mi amano, non riparano...
Non credono che Io abito là.
Voglio che si accenda nelle anime la devozione verso queste prigioni d'Amore...
Sono tanti coloro che, pur entrando nelle Chiese, neppure Mi salutano
e non si soffermano un momento ad adorarMi.
Io vorrei molte guardie fedeli, prostrate davanti ai Tabernacoli,
per non lasciarvi accadere tanti e tanti crimini" (1934)
Durante gli ultimi 13 anni di vita, Alexandrina visse di sola Eucarestia,
senza alimentarsi più. E' l'ultima missione che Gesù le affida:
"...Faccio che tu viva solo di Me, per provare al mondo ciò che vale l'Eucaristia,
e ciò che è la mia vita nelle anime: luce e salvezza per l'umanità" (1954)
Pochi mesi prima di morire la Madonna le disse:
"...Parla alle anime! Parla dell'Eucaristia! Parla loro del Rosario!
Che si alimentino della carne di Cristo, della preghiera e del Mio Rosario ogni giorno!" (1955).
RICHIESTE E PROMESSE di GESU'
"Mia figlia, fa' che io sia amato, consolato e riparato nella mia Eucarestia.
Di' in mio nome che a quanti faranno bene la Santa Comunione,
con sincera umiltà, fervore e amore per i primi 6 giovedì consecutivi
e passeranno un'ora di Adorazione davanti al Mio Tabernacolo
in intima unione con Me, prometto il cielo.
Di' che onorino attraverso l'eucaristia le Mie Sante Piaghe,
onorando per prima quella della Mia sacra spalla, così poco ricordata.
Chi al ricordo delle Mie Piaghe unirà quello dei dolori della Mia Madre benedetta
e per loro Ci chiederà grazie spirituali o corporali, ha la Mia promessa che saranno accordate,
a meno che non siano di danno per la loro anima.
Nel momento della loro morte condurrò con Me la Mia Santissima Madre per difenderli." (25-02-1949)
" Parla dell'Eucaristia, prova dell'Amore infinito: è l'alimento delle anime.
Di' alle anime che Mi amano, che vivano unite a Me durante il loro lavoro;
nelle loro case, sia di girono che di notte, si inginocchino sovente in spirito, e a capo chino dicano:
Gesù, vi adoro in ogni luogo
dove abitate Sacramentato;
Vi faccio compagnia per coloro che Vi disprezzano,
Vi amo per coloro che non Vi amano,
Vi dò sollievo per coloro che Vi offendono.
Gesù, venite al mio cuore!
Questi momenti saranno per Me di grande gioia e consolazione.
Quali crimini si commettono contro di Me nella Eucaristia!"
PREGHIERE PER OGNI PRIMO GIOVEDÌ DEL MESE:
PRIMO GIOVEDI’
Figlia mia, Mia cara sposa,
fa' che Io sia amato, consolato e riparato
nella Mia Eucaristia
INNO EUCARISTICO: Adoro te devote
Ti adoro devotamente, Dio nascosto,
che sotto questi segni a noi ti celi.
A te tutto il mio cuore si sottomette
perché nel contemplarti tutto viene meno.
La vista, il tatto, il gusto non ti intendono,
ma la sola tua parola noi crediamo sicuri.
Credo tutto ciò che disse il Figlio di Dio.
Nulla è più vero di questo Verbo di verità.
Sulla croce era nascosta la sola divinità;
qui anche l'umanità è nascosta;
tuttavia l'una e l'altra credendo e confessando,
chiedo ciò che chiese il ladrone pentito.
Come Tommaso non vedo le piaghe,
eppure ti confesso, mio Dio.
Fa' che s'accresca sempre più in me la fede in te,
la mia speranza e il mio amore per te.
O memoriale della morte del Signore,
pane vivo che dai la vita all'uomo,
fa' che la mia mente viva di te,
e gusti sempre il tuo dolce sapore.
Pio pellicano, Gesù Signore,
purifica me immondo con il tuo Sangue,
di cui una sola stilla può salvare tutto il mondo
da ogni delitto.
Gesù, che adesso adoro sotto un velo,
fa' che avvenga presto ciò che bramo:
che nel contemplarti faccia a faccia,
io possa godere della tua gloria. Amen.
DALLA PAROLA DI DIO: L'unzione di Betania (Gv 12,1-8)
Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betania, dove si trovava Lazzaro, che egli aveva risuscitato dai morti. E qui gli fecero una cena: Marta serviva e Lazzaro era uno dei commensali. Maria allora, presa una libbra di olio profumato di vero nardo, assai prezioso, cosparse i piedi di Gesù e li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì del profumo dell'unguento. Allora Giuda Iscariota, uno dei suoi discepoli, che doveva poi tradirlo, disse: «Perché quest'olio profumato non si è venduto per trecento denari per poi darli ai poveri?». Questo egli disse non perché gl'importasse dei poveri, ma perché era ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro. Gesù allora disse: «Lasciala fare, perché lo conservi per il giorno della mia
sepoltura. I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me».
DALL'ENCICLICA «ECCLESIA DE EUCHARISTIA»
48. Come la donna dell'unzione di Betania, la Chiesa non ha temuto di «sprecare», investendo il meglio delle sue risorse per esprimere il suo stupore adorante di fronte al dono incommensurabile dell'Eucaristia. Non meno dei primi discepoli incaricati di predisporre la «grande sala», essa si è sentita spinta lungo i secoli e nell'avvicendarsi delle culture a celebrare l'Eucaristia in un contesto degno di così grande Mistero. Sull'onda delle parole e dei gesti di Gesù, sviluppando l'eredità rituale del giudaismo, è nata la liturgia cristiana. E in effetti, che cosa mai potrebbe bastare, per esprimere in modo adeguato l'accoglienza del dono che lo Sposo divino continuamente fa di sé alla Chiesa-Sposa, mettendo alla portata delle singole generazioni di credenti il Sacrificio offerto una volta per tutte sulla Croce, e facendosi nutrimento di tutti i fedeli'? Se la logica del «convito» ispira familiarità, la Chiesa non ha mai ceduto alla tentazione di banalizzare questa «dimestichezza» col suo Sposo dimenticando che Egli è anche il suo Signore e che il «convito» resta pur sempre un convito sacrificale, segnato dal sangue versato sul Golgota. Convito eucaristico è davvero convito
«sacro», in cui la semplicità dei segni nasconde l'abisso della santità di Dio: «O Sacrum convivium, in quo Christus sumitur!». Il pane che è spezzato sui nostri altari, offerto alla nostra condizione di viandanti in cammino sulle strade del mondo, è «panis angelorum», pane degli angeli, al quale non ci si può accostare che con l'umiltà del centurione del Vangelo:
«Signore, non sono degno che tu entri sotto il mio tetto» (Mt 8,8; Le 7,6).
DALL'ESPERIENZA DELLA BEATA ALEXANDRINA
VA', SONO TUE LE MIE PRIGIONI
Beato chi abita la tua Casa: sempre canta le Tue lodi! Beato chi
trova in Te la sua forza e decide nel suo cuore il santo viaggio (Salmo 84).
Gesù: «Vieni a passare un po' della notte sveglia nei miei Tabernacoli, nelle mie Prigioni.
Sono tue e Mie. Ciò che mi portò là fu l'amore».
La vita di intima unione con Gesù, porta ora Alexandrina a partecipare degli stessi sentimenti e condizioni che sono proprie dell'Amato, ed in tal senso i Tabernacoli, le prigioni d'amore di Gesù, diventano anche le prigioni d'amore e di dolore di Alexandrina. Il fine è di consolare l'Amato offeso dal peccato dell'indifferenza verso la Sua Presenza Eucaristica; conseguenza benefica della riparazione è il perdono dei peccatori e quindi la loro salvezza: la più grande consolazione e gioia di Gesù, e della Santissima Trinità.
«Sei un canale per il quale», le dice Gesù, «devono passare le grazie che dovrò distribuire alle anime e per il quale le anime dovranno venire a Me. Per mezzo tuo saranno salvi molti, molti peccatori: non per i tuoi meriti, ma per Me che cerco tutti i mezzi per salvarli». «Vieni, figlia mia a rattristarti con Me partecipando alla Mia prigionia d'amore e riparando tanto abbandono e oblio».
Alexandrina: «...Ore della notte sveglia in continua unione con Gesù.
Le sue Prigioni d'amore sono le mie prigioni, sempre consumata in ansie di amarlo.
Tutto in silenzio, io con Lui.
- Non sei solo, mio Amore: io sto con Te, Ti amo, sono tutta tua...
- Mio Gesù, dissi con la mente, ad ogni palpito del mio cuore, voglio strappare un'anima dagli artigli del demonio e voglio tanti alti d'amore per i Vostri Tabernacoli, quanti granelli di sabbia ha il mare...».
INVOCAZIONI
Ti rendiamo grazie, o Cristo Signore: tu hai dato il tuo Corpo e il tuo Sangue per la salvezza del mondo e la vita delle nostre anime. Alleluia.
Ti rendiamo grazie, o Padre onnipotente, di averci preparato la Chiesa come porto sicuro, tempio di santità, nel quale glorifichiamo la santissima Trinità. Alleluia.
Ti rendiamo grazie, o Cristo, nostro Re: il tuo Corpo e il tuo Sangue prezioso ci hanno dato la vita. Accordaci il perdono e la misericordia. Alleluia.
Ti rendiamo grazie, o Spirito che rinnovi la santa Chiesa. Conservala pura nella fede nella santissima Trinità, oggi e fino al termine dei secoli. Alleluia.
Ti rendiamo grazie, o Cristo Signore, di averci nutrito a questa mensa e di averci preparato il convito eterno, nel quale ti loderemo per sempre con il Padre e lo Spirito Santo. Alleluia.
VORREI ESSERE CON TE
- Vorrei essere con Te, o Gesù, giorno e notte e in ogni ora. Però ora non posso venire, ben lo
sai... sono legata mani e piedi, ma più legata, vorrei essere unita a Te nel Tabernacolo, e non
assentarmi un momento solo.
...Tu sai i miei desideri che sono di stare alla tua Presenza nel
Santissimo Sacramento, ma siccome non posso, ti mando il mio cuore, la mia intelligenza, per
imparare tutte le tue lezioni; ti mando il mio pensiero perché io pensi solo a te, il mio amore
perché solo te io ami, in tutto e per tutto.
(Beata Alexandrina)
SECONDO GIOVEDI’
Di' in Mio nome
che a quanti faranno bene la Santa Comunione,
con sincera umiltà, fervore ed amore
nei primi sei giovedì consecutivi...
prometto il Cielo
INNO EUCARISTICO: Ecce Panis
Ecco il pane degli angeli, pane dei pellegrini,
vero pane dei figli: non dev'essere gettato.
Con i simboli è annunziato, in Isacco dato a morte
nell'Agnello della Pasqua, nella manna data ai padri.
Buon pastore, vero pane, o Gesù, pietà di noi:
nutrici e difendici,
portaci ai beni eterni nella terra dei viventi.
Tu che tutto sai e puoi, che ci nutri sulla terra,
conduci i tuoi fratelli alla tavola del cielo
nella gioia dei tuoi santi. Amen.
DALLA PAROLA DI DIO:
Discorso nella sinagoga di Cafarnao (Gv 6,48-58)
«Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo». Allora i Giudei si misero a discutere tra di loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?». Gesù disse: «In verità, in verità vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell'uomo e non bevete il suo sangue, non avrete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia di me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo, non come quello che mangiarono i padri vostri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».
DALL'ENCICLICA «ECCLESIA DE EUCHARISTIA»
16. L'efficacia salvifica del sacrificio si realizza in pienezza quando ci si comunica ricevendo il corpo e il sangue del Signore. Il Sacrificio eucaristico è di per sé orientato all'unione intima di noi fedeli con Cristo attraverso la comunione: riceviamo Lui stesso che si è offerto per noi, il suo corpo che Egli ha consegnato per noi sulla Croce, il suo sangue che ha «versato per molti, in remissione dei peccati» (Mi 26,28). Ricordiamo le sue parole: «Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia di me vivrà per me» (Gv 6,57). E' Gesù stesso a rassicurarci che una tale unione, da Lui asserita in analogia a quella della vita trinitaria, si realizza veramente. L'Eucaristia è vero banchetto, in cui Cristo si offre come nutrimento. Quando, per la prima volta. Gesù annuncia questo cibo, gli ascoltatori rimangono stupiti e disorientati, costringendo il Maestro a sottolineare la verità oggettiva delle sue parole: «In verità, in verità vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell'uomo e non bevete il suo sangue, non avrete in voi la vita» (Gv 6,53).
Non si tratta di un alimento metaforico: «La mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda» (Gv 6,55). 22. L'incorporazione a Cristo, realizzata attraverso il Battesimo, si rinnova e si consolida continuamente con la partecipazione al Sacrificio eucaristico, soprattutto con la piena partecipazione ad esso che si ha nella comunione sacramentale. Possiamo dire che non soltanto ciascuno di noi riceve Cristo, ma che anche Cristo riceve ciascuno di noi. Egli stringe la sua amicizia con noi: «Voi siete miei amici» (Gi) 15,14). Noi, anzi, viviamo grazie a Lui: «Colui che mangia di me vivrà per me» (Gv 6,57). Nella comunione eucaristica si realizza in modo sublime il «dimorare» l'uno nell'altro di Cristo e del discepolo: «Rimanete in me e io in voi» (Gv 15,4). Unendosi a Cristo, il Popolo della nuova Alleanza, lungi dal chiudersi in se stesso, diventa «sacramento» per l'umanità, segno e strumento della salvezza operata da Cristo, luce del mondo e sale della terra (cf Mt 5,13-16) per la redenzione di tutti. La missione della Chiesa è in continuità con quella di Cristo: «Come il Padre ha mandato me, anch' io mando voi» (Gv 20,21). Perciò dalla perpetuazione nell'Eucaristia del sacrificio della Croce e dalla comunione col corpo e con il sangue di Cristo la Chiesa trae la necessaria forza spirituale per compiere la sua missione. Così l'Eucaristia si pone come fonte e insieme come culmine di tutta l'evangelizzazione, poiché il suo fine è la comunione degli uomini con Cristo e in Lui col Padre e con lo Spirito Santo.
DALL'ESPERIENZA DELLA BEATA ALEXANDRINA
NON TI AUMENTERAI MAI PIÙ SULLA TERRA
Gesù: «Non ti alimenterai mai più sulla terra. Il tuo alimento è la Mia Carne, il tuo sangue è il Mio Divino Sangue, la tua vita è la Mia Vita: da Me la ricevi quando ti alito sopra e ti consolo, quando unisco il Mio Cuore al tuo. Non voglio che usi medicine, eccetto quelle a cui non si possa attribuire alimentazione. Grande è il miracolo della tua vita».
Con il venerdì santo del 1942, Alexandrina non vivrà più la Passione di Gesù nel corpo e con movimenti esteriori, ma vivrà l'agonia dell'anima e dello spirito condividendo il martirio di Gesù iniziato nel Getsemani. Inizia contemporaneamente per lei una nuova sofferenza legata all'impossibilità di ingerire qualsiasi alimento e bevanda, sofferenza che permarrà per tredici anni, fino al giorno della sua morte avvenuta il 13 ottobre 1955. E l'Eucaristia il suo unico alimento.
La causa di tale digiuno resterà per un certo tempo misteriosa e sconosciuta fino a che ne viene svelato il senso e l'origine dalla Madonna stessa e da Gesù. Infatti nel giorno dell' anniversario dell'inizio del digiuno, la Madonna le dice: «Figlia mia, vengo a confortarti in questo giorno di anniversario per la liturgia della Santa Chiesa, giorno in cui il Mio Divin Figlio modificò in te la sua Santa Passione perché continuasse nel profondo e misticamente nascosta; vi aggiunse poi il tuo digiuno, come prova per l'umanità, per chiamarla a sé, al Suo Divin Cuore, mediante tale meraviglia».
«Figlia mia, le dice Gesù, faccio che tu viva solo di Me, per mostrare al mondo il valore dell'Eucaristia e ciò che è la Mia Vita nelle anime. Sei luce e salvezza per l'umanità: fortunati coloro che si lasciano illuminare!».
Questa nuova situazione fa provare ad Alexandrina nostalgie fortissime di cibo e di acqua, una fame ed una sete struggenti ed inestinguibili, pur sentendosi contemporaneamente sazia. Ella vive in sé la fame e la sete delle anime che non si nutrono di Dio, e che rischiano quindi di morire, cioè perdersi per sempre, e che lei nutre e salva con la sua sofferenza, fonte di perdono e di Vita.
Contemporaneamente conosce misticamente la fame e la sete che Gesù ha delle anime, e cioè il Suo desiderio infinito di salvarle.
«Io, senza la Grazia Divina, non posso resistere al pensiero di non poter mai più alimentarmi, alla nostalgia di cibo: è un tormento vivissimo che ferisce invisibilmente. Con questo dolore e queste nostalgie posso pensare e sentire più al vivo ciò che sono le Tue nostalgie, Gesù, le ansie e la Tua fame di anime, il dolore che esse ti causano con il loro perdersi...».
PREGHIERE A GESU' EUCARISTIA
Sia lodato e ringraziato ogni momento, il Santissimo e divinissimo Sacramento.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. Come era nel principio e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
Ti adoro ogni momento. O vivo Pane del cielo, grande Sacramento.
Adoriamo, o Cristo, il tuo corpo glorioso, nato dalla Vergine Maria; per noi hai voluto soffrire, per noi ti sei fatto vittima sulla croce e dal tuo fianco squarciato hai versato l'acqua e il sangue del nostro riscatto.
Sii nostro conforto nell'ultimo passaggio e accoglici benigno nella casa del Padre: o Gesù dolce, o Gesù pio, o Gesù, figlio di Maria.
Credo Signore Gesù di essere alla tua presenza. Aumenta la nostra fede.
Credo Signore Gesù che tu mi parli nel silenzio.
Apri il mio cuore all'ascolto e alla contemplazione.
Credo Signore Gesù che tu vuoi guidarmi con la tua Parola.
Aiutami a conformare la mia vita alle sue esigenze.
Credo Signore Gesù che tu dall'Eucaristia mi vedi e apri il mio cuore alle necessità dei fratelli.
Insegnami a pregare per gli altri.
• Signore, grazie per averci riuniti insieme con te. Grazie, Signore • Signore, questo stare insieme ci porti ad amare di più, a crescere come comunità. Grazie, Signore • Signore, noi ti ringraziamo per averci concesso di pregarti insieme. Grazie, Signore • Signore, tu ci aiuti a fare di tutta la nostra vita una preghiera. Grazie, Signore • Signore, per quello che la tua parola ci comunica. Grazie, Signore •Signore, ci ricordi che «non di solo pane vive l'uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio». Grazie, Signore • Signore, noi ti lodiamo perché ci inviti a cibari di te. Grazie, Signore
O MIO GESÙ, VIENI AL MIO POVERO CUORE!
- O mio Gesù, vieni al mio povero cuore! Io ti desidero, non tardare! Vieni ad arricchirmi delle tue grazie, aumenta in me il tuo Santo e Divino amore. Uniscimi a Te, nascondimi nel tuo Sacro Costato; non voglio altro bene se non Te, sospiro solo per Te.
Ti ringrazio, Eterno Padre, per avermi lasciato Gesù nel Santissimo Sacramento, ti ringrazio, mio Gesù, e infine ti chiedo la tua Santa benedizione.
Sia lodato e ringraziato ogni momento il Santissimo e Divinissimo Sacramento.
(Beata Alexandrina)
TERZO GIOVEDI’
Di' in Mio nome che a quanti
passeranno un'ora di adorazione
davanti al Mio Tabernacolo
in intima unione con Me, prometto il Cielo
INNO EUCARISTICO: Pange lingua
Genti tutte, proclamate il mistero del Signore
del suo Corpo e del suo Sangue che la Vergine donò
e fu sparso in sacrificio per salvar l'umanità.
Dato a noi da Madre pura, per noi tutti s'incarnò.
La feconda sua parola, tra le genti seminò;
con amore generoso la sua vita consumò.
Nella notte della cena coi fratelli si trovò.
Del pasquale sacro rito ogni regola compì,
e agli apostoli ammirati come cibo si donò.
La parola del Signore pane e vino trasformò:
pane in carne, vino in sangue, in memoria consacrò.
Non i sensi, ma la fede prova questa verità.
DALLA PAROLA DI DIO: Coena Domini (Gv 13,1.21-30)
«Prima della festa di Pasqua Gesù, sapendo che era giunta la sua ora di passare da questo inondo al Padre, dopo aver amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine. Dette queste cose, Gesù si commosse profondamente e dichiarò: "In verità, in verità vi dico: uno di voi mi tradirà". I discepoli si guardarono gli uni gli altri, non sapendo di chi parlasse. Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù. Simon Pietro gli fece un cenno e gli disse: "Di', chi è colui a cui si riferisce?". Ed egli reclinandosi così sul petto di Gesù, gli disse: "Signore, chi è?". Rispose allora Gesù: "È colui per il quale intingerò un boccone e glielo darò". E intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda Iscariota, figlio di Simone. E allora, dopo quel boccone, satana entrò in lui. Gesù quindi gli disse: "Quello che devi fare fallo al più presto". Nessuno dei commensali capì perché gli aveva detto questo; alcuni infatti pensavano che, tenendo Giuda la cassa, Gesù gli avesse detto: "Compra quello che ci occorre per la festa", oppure che dovesse dare qualche cosa ai poveri. Preso il boccone, egli subito uscì. Ed era notte».
DALL'ENCICLICA «ECCLESIA DE EUCHARISTIA»
25. Il culto reso all'Eucaristia fuori della Messa è di un valore inestimabile nella vita della Chiesa. Tale culto è strettamente congiunto con la celebrazione del Sacrificio eucaristico. La presenza di Cristo sotto le sacre specie che si conservano dopo la Messa — presenza che perdura fintanto che sussistono le specie del pane e del vino — deriva dalla celebrazione del Sacrificio e tende alla comunione, sacramentale e spirituale. Spetta ai Pastori incoraggiare, anche con la testimonianza personale, il culto eucaristico, particolarmente le esposizioni del Santissimo Sacramento, nonché la sosta adorante davanti a Cristo presente sotto le specie eucaristiche. È bello intrattenersi con Lui e, chinati sul suo petto come il discepolo prediletto (cf Gl) 13,25), essere toccati dall'amore infinito del suo cuore. Se il cristianesimo deve distinguersi, nel nostro tempo, soprattutto per l'«arte della preghiera», come non sentire un rinnovato bisogno di trattenersi a lungo, in spirituale conversazione, in adorazione silenziosa, in atteggiamento di amore, davanti a Cristo presente nel Santissimo Sacramento? Quante volte, miei cari fratelli e sorelle, ho fatto questa esperienza, e ne ho tratto forza, consolazione, sostegno! Di questa pratica ripetutamente lodata e raccomandata dal Magistero, numerosi Santi ci danno l'esempio. In modo particolare, si distinse in ciò sant'Alfonso Maria de Liguori, che scriveva: «Fra tutte le devozioni, questa di adorare Gesù sacramentato è la prima dopo i sacramenti, la più cara a Dio e la più utile a noi». L'Eucaristia è un tesoro inestimabile: non solo il celebrarla, ma anche il sostare davanti ad essa fuori della Messa consente di attingere alla sorgente stessa della grazia. Una comunità cristiana che voglia essere più capace di contemplare il volto di Cristo, nello spirito che ho suggerito nelle Lettere apostoliche Novo millennio ineunte e Rosarium Virginis Mariae, non può non sviluppare anche questo aspetto del culto eucaristico, nel quale si prolungano e si moltiplicano i frutti della comunione al corpo e al sangue del Signore.
DALL'ESPERIENZA DELLA BEATA ALEXANDRINA
In diverse estasi Alexandrina vide l'istituzione dell'Eucaristia, la sera del Giovedì Santo.
Gesù: «Vieni al Cenacolo: medita quanto Io là già soffrii, ma non volli lasciarvi soli: istituii il Mio grande Sacramento».
Alexandrina: «Salii con Gesù e con gli apostoli verso la grande sala dove si tenne la Cena. Mentre salivo la scalinata, sentivo che Gesù era affamato di andare a mangiare quella cena con gli apostoli. Durante questa, Gesù con gli occhi al Cielo, si infiammò tutto in fuoco, tutto in amore. Che volto bellissimo! E gli apostoli, in quell'ora, più che mai si saziarono di Gesù, si infiammarono d'amore e giunsero a comprendere tutto quanto Egli diceva. Vidi il dolce Gesù benedire il pane e in quel momento d'amore e di meraviglia senza pari, sentii che il mondo era un altro: Gesù si dava a lui in alimento, partiva per il Cielo e rimaneva col mondo. Quell'amore si estese su tutta l'umanità. Questa benedizione fu fatta prima che San Giovanni si abbandonasse sul petto del Signore. ...Mentre si sedeva, parlò tra sé il Suo Divin Cuore:
- Cibo Divino, la Cena del Mio amore!
Tutta la sala si illuminò, tutti gli apostoli restarono imbevuti in quell'amore che Gesù irradiava dai suoi divini occhi, dalle labbra e da tutto il Suo Essere, perché Egli era tutto amore. Solo Giuda, disperato, con il demonio è il fuoco infernale in sé, non ricevette l'amore di Gesù. Come Egli amava, soffriva, sorrideva! Come vedeva tutto ciò che l'attendeva... Mai sentii tanto al vivo le tenerezze e l'amore di Gesù verso i Suoi apostoli. Gesù, con gli occhi fissi al Cielo, in fiamme di fuoco, pregò per molto tempo il Suo Eterno Padre. Erano tali le tenerezze che Egli aveva verso gli apostoli, che io sentivo come se li prendesse in braccio, in un abbraccio amoroso ed eterno, li stringesse al Suo Divin Cuore. Giuda pareva avere in sé il demonio. Tutti gli apostoli ricevettero la Comunione dalle mani di Gesù, ardenti d'amore. Devo dire che anche Giuda la ricevette! Egli stava appartato, Gesù stese verso di lui la sua mano Divina con il Cibo Celeste. E subito dopo, Giuda uscì con un aspetto tale da far disperare: non solo aspetto di un demonio, ma di molti demoni. Tutte le persone presenti rimasero in pace e in amore. Vorrei che tutti conoscessero quel mistero del pane e del vino trasformati nel Corpo e nel Sangue del Signore. Miracolo prestigioso! Abisso insondabile d'amore!... Fu tale la luce, fu tale l'amore che imbevve tutti gli apostoli e me!».
PREGHIERE A GESÙ EUCARISTIA: Litanie eucaristiche
Signore, pietà Signore, pietà
Cristo, pietà Cristo, pietà
Signore, pietà Signore, pietà
Dio, Padre del cielo abbi pietà di noi
Dio, Figlio, redentore del mondo abbi pietà di noi
Dio, Spirito Santo abbi pietà di noi
Santa Trinità, unico Dio noi ti adoriamo
Gesù, pane di vita noi ti adoriamo
Gesù, pane vero noi ti adoriamo
Gesù, pane spezzato noi ti adoriamo
Gesù, pane disceso dal cielo noi ti adoriamo
Gesù, pane che dà la vita al mondo noi ti adoriamo
Gesù, pane quotidiano delle anime noi ti adoriamo
Per la tua ultima Cena abbi pietà di noi
Per il tuo Corpo sacrificato abbi pietà di noi
Per il tuo Sangue versato abbi pietà di noi
Per le tue santissime piaghe abbi pietà di noi
Per la tua morte in croce abbi pietà di noi
Per la tua gloriosa risurrezione abbi pietà di noi
Per la tua ascensione al cielo abbi pietà di noi
Vittima pura abbi pietà di noi
Vittima santa abbi pietà di noi
Vittima immacolata abbi pietà di noi
Vittima divina abbi pietà di noi
Gesù, pane santo a te lode e amore
Gesù, pane del deserto a te lode e amore
Gesù, manna celeste a te lode e amore
Gesù, pane che nutre a te lode e amore
Gesù, pane che salva a te lode e amore
Gesù, pane che dà forza a te lode e amore
Gesù, vera bevanda a te lode e amore
Gesù, bevanda di letizia a te lode e amore
Grande sacramento a te lode e amore
Sacramento mirabile a te lode e amore
Sacramento d'amore a te lode e amore
Sacramento di pace a te lode e amore
Sacramento di unità a te lode e amore
Sacramento di speranza a te lode e amore
Memoriale della passione a te lode e amore
Memoriale della croce a te lode e amore
Memoriale del la risurrezione a te lode e amore
Memoriale della ascensione a te lode e amore
Agnello di Dio che togli i peccati del mondo
perdonaci, Signore.
Agnello di Dio che togli i peccati del mondo
ascoltaci, Signore.
Agnello di Dio che togli i peccati del mondo
abbi pietà di noi.
UNA LAMPADA SEMPRE ARDENTE
- Mio Gesù, io vorrei che il mio cuore fosse una lampada sempre ardente in ciascuno dei tuoi Tabernacoli e nel mio stesso petto, vorrei la medesima lampada di amore per proiettare luce sulle Persone Divine, alle quali solo voglio appartenere. Fa' sì che non vi sia nulla che possa spegnere la lampada del mio amore, e che, giorno e notte, senza interruzione di un solo istante voglio arda presso di Te.
(Beata Alexandrina)
QUARTO GIOVEDI’
È per onorare attraverso l'Eucaristia,
le Mie Sante Piaghe,
onorando per prima quella della Mia Sacra spalla,
così poco ricordata
INNO EUCARISTICO: Panis angelicus
Il pane degli angeli si è fatto pane dell'uomo:
il pane celeste dà termine alle antiche figure.
Oh, cosa ammirabile!
Il servo povero e vile si nutre del suo Signore.
O Dio, uno e trino, degnati di visitare quelli che ti adorano.
Guidaci nelle tue vie
a quella luce a cui aspiriamo e nella quale abiti. Amen.
DALLA PAROLA DI DIO:
La corona di spine (Mt 27,27-31)
Allora i soldati del governatore condussero Gesù nel pretorio e gli radunarono attorno tutta la coorte. Spogliatolo, gli misero addosso un manto scarlatto e, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo, con una canna nella destra; poi mentre gli si inginocchiavano davanti, lo schernivano: «Salve, re dei Giudei!». E sputandogli addosso, gli tolsero di mano la canna e lo percuotevano sul capo. Dopo averlo così schernito, lo spogliarono del mantello, gli fecero indossare i suoi vestiti e lo portarono via per crocifiggerlo.
DALL'ENCICLICA «ECCLESIA DE EUCHARISTIA»
11. «Il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito» (I Cor 11,23), istituì il Sacrificio eucaristico del suo corpo e del suo sangue. Le parole dell'apostolo Paolo ci riportano alla circostanza drammatica in cui nacque l'Eucaristia. Essa porta indelebilmente inscritto l'evento della passione e della morte del Signore. Non ne è solo l'evocazione, ma la ripresentazione sacramentale. È il sacrificio della Croce che si perpetua nei secoli. Bene esprimono questa verità le parole con cui il popolo, nel rito latino, risponde alla proclamazione del «mistero della fede» fatta dal sacerdote: «Annunziamo la tua morte, Signore!».
La Chiesa ha ricevuto l'Eucaristia da Cristo suo Signore non come un dono, pur prezioso fra tanti altri, ma come il dono per eccellenza, perché dono di se stesso, della sua persona nella sua santa umanità, nonché della sua opera di salvezza. Questa non rimane confinata nel passato, giacché «tutto ciò che Cristo è, tutto ciò che ha compiuto e sofferto per tutti gli uomini, partecipa dell'eternità divina e perciò abbraccia tutti i tempi».
Quando la Chiesa celebra l'Eucaristia, memoriale della morte e risurrezione del suo Signore, questo evento centrale di salvezza è reso realmente presente e «si effettua l'opera della nostra redenzione». Questo sacrificio è talmente decisivo per la salvezza del genere umano che Gesù Cristo l'ha compiuto ed è tornato al Padre soltanto dopo averci lasciato il mezzo per parteciparvi come se vi fossimo stati presenti. Ogni fedele può così prendervi parte e attingerne i frutti inesauribilmente. Questa è la fede, di cui le generazioni cristiane hanno vissuto lungo i secoli. Questa fede il Magistero della Chiesa ha continuamente ribadito con gioiosa gratitudine per l'inestimabile dono. Desidero ancora una volta richiamare questa verità, ponendomi con voi, miei carissimi fratelli e sorelle, in adorazione davanti a questo Mistero: Mistero grande, Mistero di misericordia. Che cosa Gesù poteva fare di più per noi? Davvero, nell'Eucaristia, ci mostra un amore che va fino «all'estremo» (cf Cv 13, l ), un amore che non conosce misura.
DALL'ESPERIENZA DELLA BEATA ALEXANDRINA
Sono le parole che Gesù rivolse ad Alexandrina nel giorno in cui volle renderla simile a Sé anche nel corpo, con il dono delle Mistiche Stigmate:
«È venuto Gesù, e in un impulso d'amore, mi ha dato più forza e mi ha parlato così:
- Vieni, Figlia mia! Io sono con te. È con te il Cielo con tutta la forza.
In quel momento dalla Piaga del Suo Divin Cuore è uscito un lampo così grande con raggi tanto luminosi che fecero risplendere tutto. Poco dopo, da tutte le Sue Piaghe Divine sono usciti raggi che mi hanno trapassato i piedi e le mani; dal Suo Capo sacrosanto veniva verso il mio un "sole" che mi ha trapassato il cervello. Circa il primo lampo e i raggi che uscivano dal Suo Divin Cuore, Gesù mi ha detto con tutta chiarezza:
- Figlia mia, come Santa Margherita Maria, Io voglio che tu accenda nel mondo questo amore del Mio Divin Cuore oggi tanto spento, nei cuori degli uomini. Accendilo, Accendilo! Io voglio dare, voglio dare ad essi il Mio amore. Io voglio essere da loro amato. Essi non lo accettano e non Mi amano. Per mezzo tuo voglio che questo amore sia acceso in tutta l'umanità, così come, per mezzo tuo fu consacrato il mondo a Mia Madre Benedetta. Fa', o Mia sposa amata, che si diffonda nel inondo tutto l'amore dei nostri Cuori».
Alexandrina: «Ma come, Gesù, come fare? Se non lo accettano da Te, gli uomini, come lo riceveranno per mezzo mio?
Gesù: «Con il tuo dolore, figlia Mia! Soltanto con il dolore le anime rimangono attaccate alle fibre della tua anima e poi si lasceranno incendiare i cuori nel Mio Amore. Lascia che questi raggi delle Mie Piaghe Divine penetrino nelle tue piaghe nascoste, nelle tue piaghe mistiche. Lascia che il Mio balsamo le addolcisca, come anche le spine del tuo capo. Tu non vivi la vita del inondo, anche se sei nel mondo. Vivi la Mia Vita Divina...».
PREGHIERE A GESU EUCARISTIA: Invocazioni riparatrici
Per tutti i sacrilegi Eucaristici, perdonaci o Signore
Per le sante Comunioni fatte in peccato mortale, perdonaci o Signore
Per le profanazioni eucaristiche, perdonaci o Signore
Per le irriverenze nelle Chiese, perdonaci o Signore
Per gli oltraggi e il disprezzo verso i Tabernacoli, perdonaci o Signore
Per il disprezzo delle opere sacre, perdonaci o Signore
Per l'abbandono delle chiese, perdonaci o Signore
Per i peccati di immoralità, perdonaci o Signore
Per le anime senza Dio, perdonaci o Signore
Per le bestemmie contro il tuo santissimo nome, perdonaci o Signore
Per l'indifferenza verso il tuo amore, perdonaci o Signore
Per gli oltraggi verso la persona del Papa, perdonaci o Signore
Per il disprezzo verso i Vescovi e i sacerdoti, perdonaci o Signore
Per le bestemmie verso il nome di Maria, perdonaci o Signore
Per il disprezzo contro la sua Immacolata Concezione, perdonaci o Signore
Per l'abbandono della venerazione a Maria, perdonaci o Signore
Per il disprezzo contro le immagini di Maria, perdonaci o Signore
Per l'abbandono del santo Rosario, perdonaci o Signore
Per l'indifferenza verso l'Amore materno di Maria, perdonaci o Signore
Gesù vivo nell'Eucaristia, rinnovaci
Gesù vivo nell'Eucaristia, santificaci
Gesù vivo nell'Eucaristia, consolaci
Gesù vivo nell'Eucaristia, illuminaci
Gesù vivo nell'Eucaristia, saziaci
Gesù vivo nell'Eucaristia, dissetaci
Gesù vivo nell'Eucaristia, parlaci
Gesù vivo nell'Eucaristia, aiutaci
Gesù vivo nell'Eucaristia, uniscici
Gesù vivo nell'Eucaristia, mostraci il Padre
Gesù vivo nell'Eucaristia, donaci il tuo Spirito
Gesù vivo nell'Eucaristia, donaci il tuo amore
Gesù vivo nell'Eucaristia, donaci la tua pace
Gesù vivo nell'Eucaristia, donaci la tua gioia
Gesù vivo nell'Eucaristia, rafforza la nostra fede
Gesù vivo nell'Eucaristia, insegnaci a pregare
Gesù vivo nell'Eucaristia, fai di noi la tua dimora
Gesù vivo nell'Eucaristia, cammina insieme a noi
Gesù vivo nell'Eucaristia, rendici tuoi testimoni
Gesù vivo nell'Eucaristia, affidaci a tua Madre
Gesù vivo nell'Eucaristia, rivestici della tua misericordia
Agnello di Dio che togli i peccati del mondo
perdonaci, Signore.
Agnello di Dio che togli i peccati del mondo
ascoltaci, Signore.
Agnello di Dio che togli i peccati del mondo
abbi pietà di noi.
ACCETTA, MIO GESÙ
- Accetta, mio Gesù, questa pioggia di dolori; fa' che salga dalla terra al Cielo, fa' che cada sul tuo trono Divino, fa' che cada sulla tua Divina Eucaristia. Permetti che i dolori si trasformino in rose con le quali io possa adornarti meglio. Fa' del mio corpo un giardino, prepara in esso il terreno: dai dolori fa' spuntare fiori. Vieni, mio Amato, vieni a coglierli e falli cadere sulle anime dei peccatori affinché esse diventino tanto belle, tanto incantevoli e profumate da obbligarti a chinarti su di loro e a dimenticare la ingratitudine che da loro hai ricevuto.
(Beata Alexandrina)
QUINTO GIOVEDI’
Coloro che al ricordo delle Mie Piaghe
uniranno quello dei dolori
della Mia Madre benedetta
e per essi ci chiederanno grazie
sia spirituali che corporali,
hanno la Mia promessa che saranno accordate,
a meno che non siano di danno per la loro anima
INNO EUCARISTICO: Ave Verum
Ave vero corpo, nato dalla Vergine Maria,
che tanto hai patito, immolato sulla croce per l'uomo.
Dal cui fianco trafitto sono sgorgati acqua e sangue:
sii per noi chi ci precede nella prova della morte.
O Gesù dolce, o Gesù pio, o Gesù, figlio di Maria.
DALLA PAROLA DI DIO:
Presentazione di Gesù al tempio (Lc 2,22-35)
Quando venne il tempo della loro purificazione secondo la Legge di Mose, portarono il bambino a Gerusalemme per offrirlo al Signore, come è scritto nella Legge del Signore: ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore; e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o di giovani colombi, come prescrive la Legge del Signore. Ora a Gerusalemme c'era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e timorato di Dio, che aspettava il conforto d'Israele; lo Spirito Santo che era sopra di lui, gli aveva preannunziato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Messia del Signore. Mosso dunque dallo Spirito, si recò al tempio; e mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per adempiere la Legge, lo prese tra le braccia e benedisse Dio: «Ora lascia, o Signore, che il tuo servo vada in pace secondo la tua parola; perché i miei occhi han visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli, luce per illuminare le genti e gloria del tuo popolo Israele». Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e parlò a Maria, sua madre: «Egli è qui per la rovina e la risurrezione di noi in Israele, segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l'anima».
DALL'ENCICLICA «ECCLESIA DE EUCHARISTIA»:
Alla scuola di Maria «Donna Eucaristica»
56. Maria fece sua, con tutta la vita accanto a Cristo, e non soltanto sul Calvario, la dimensione sacrificale dell'Eucaristia. Quando portò il bimbo Gesù al tempio di Gerusalemme «per offrirlo al Signore» (Le 2,22), si sentì annunciare dal vecchio Simeone che quel Bambino sarebbe stato «segno di contraddizione» e che una «spada» avrebbe trapassato anche l'anima di lei (cf Lc 2,34-35). Era preannunciato così il dramma del Figlio crocifisso e in qualche modo veniva prefigurato lo «stabat Mater» della Vergine ai piedi della Croce. Preparandosi giorno per giorno al Calvario. Maria vive una sorta di «Eucaristia anticipata», si direbbe una «comunione spirituale» di desiderio e di offerta, che avrà il suo compimento nell'unione col Figlio nella passione, e si esprimerà poi, nel periodo post-pasquale, nella sua partecipazione alla Celebrazione eucaristica, presieduta dagli Apostoli, quale «memoriale» della passione. Come immaginare i sentimenti di Maria, nell'ascoltare dalla bocca di Pietro, Giovanni, Giacomo e degli altri Apostoli le parole dell'Ultima Cena: «Questo è il mio corpo che è dato per voi» (Lc 22,19) Quel corpo dato in sacrificio e ripresentato nei segni sacramentali era lo stesso corpo concepito nel suo grembo! Ricevere l'Eucaristia doveva significare per Maria quasi un riaccogliere in grembo quel cuore che aveva battuto all'unisono col suo e un rivivere ciò che aveva sperimentato in prima persona sotto la Croce.
57. «Fate questo in memoria di me» (Lc 22,19). Nel «memoriale» del Calvario è presente tutto ciò che Cristo ha compiuto nella sua passione e nella sua morte. Pertanto non manca ciò che Cristo ha compiuto anche verso la Madre a nostro favore. A lei infatti consegna il discepolo prediletto e, in lui, consegna ciascuno di noi: «Ecco tuo figlio!». Ugualmente dice anche a ciascuno di noi: «Ecco tua madre!» (cf Gv 19,26-27).
Vivere nell'Eucaristia il memoriale della morte di Cristo implica anche ricevere continuamente questo dono. Significa prendere con noi — sull'esempio di Giovanni — colei che ogni volta ci viene donata come Madre. Significa assumere al tempo stesso l'impegno di conformarci a Cristo, mettendoci alla scuola della Madre e lasciandoci accompagnare da lei. Maria è presente, con la Chiesa e come Madre della Chiesa, in ciascuna delle nostre Celebrazioni eucaristiche. Se Chiesa ed Eucaristia sono un binomio inscindibile, altrettanto occorre dire del binomio Maria ed Eucaristia. Anche per questo il ricordo di Maria nella Celebrazione eucaristica è unanime, sin dall'antichità, nelle Chiese dell'Oriente e dell' Occidente.
DALL'ESPERIENZA DELLA BEATA ALEXANDRINA
Per questo amore grande e generoso che nulla negò al Redentore, pur di salvare le anime dall'infelicità eterna, Alexandrina sarà nell'eternità l'angelo confortatore per chiunque cercherà in lei forza e sollievo nella sofferenza.
Le dice infatti la Madonna: «Lasciami coprirti col manto di tristezza, col Mio manto di dolore, affinché con questo segno, attraverso i tempi tu possa essere invocata per tutti i dolori dell'anima e del corpo, invocandoti dalla terra quando sarai in Cielo, come martire dei dolori, per conforto e balsamo dei dolori umani».
E Gesù le preannuncia: «Che trionfo la tua entrata in Cielo! Le anime che salvasti col tuo martirio, strette al Rosario, alle perle innumerevoli delle tue virtù e all'ombra del tuo manto, canteranno, loderanno il Signore per averti creata. Subito dopo la tua entrata in Cielo, andrai verso il Trono della Santissima Trinità, farai scendere rugiade fecondatrici, piogge di benedizioni e di grazie... Su quanti ti sono cari e su quanti invocheranno il tuo aiuto, lascio che tu mandi una pioggia di pietre preziose. Ti darò tutto quello che mi chiederai. Figlia Mia, dove sta scritto tutto quanto è Divino! In te impareranno ad amare, in te impareranno a soffrire, in te impareranno a conoscere come Io Mi comunico alle anime. Io vorrei, sposa cara, che la tua vita venisse diffusa, arrivando presto ai confini del mondo, come pioggia di belle rose cadute dal Cielo: quale pioggia di meraviglie, quale balsamo di salvezza per le anime».
PREGHIERE A GESÙ EUCARISTIA:
Litanie alla santissima Eucaristia
Signore, pietà Signore, pietà
Cristo, pietà Cristo, pietà
Signore, pietà Signore, pietà
Cristo, ascoltaci Cristo, ascoltaci
Cristo, esaudiscici Cristo, esaudiscici
Padre del cielo, che sei Dio abbi pietà di noi
Figlio, redentore del mondo, che sei Dio abbi pietà di noi
Spirito Santo, che sei Dio abbi pietà di noi
Santissima Eucaristia Noi ti adoriamo
Dono ineffabile del Padre abbi pietà di noi
Segno dell'amore supremo del Figlio abbi pietà di noi
Prodigio di carità dello Spirito Santo abbi pietà di noi
Frutto benedetto della Vergine Maria abbi pietà di noi
Sacramento del Corpo e del Sangue di Cristo abbi pietà di noi
Sacramento che perpetua il sacrificio della croce abbi pietà di noi
Sacramento della nuova ed eterna Alleanza abbi pietà di noi
Memoriale della morte e risurrezione del Signore abbi pietà di noi
Memoriale della nostra salvezza abbi pietà di noi
Sacrificio di lode e di ringraziamento abbi pietà di noi
Sacrificio d'espiazione e di conciliazione abbi pietà di noi
Dimora di Dio con gli uomini abbi pietà di noi
Banchetto di nozze dell'Agnello abbi pietà di noi
Pane vivo disceso dal cielo abbi pietà di noi
Manna piena di dolcezza abbi pietà di noi
Vero Agnello pasquale abbi pietà di noi
Viatico della Chiesa pellegrina nel mondo abbi pietà di noi
Rimedio della nostra quotidiana fatica abbi pietà di noi
Farmaco d'immortalità abbi pietà di noi
Mistero della fede abbi pietà di noi
Sostegno della speranza abbi pietà di noi
Vincolo della carità abbi pietà di noi
Segno di unità e di pace abbi pietà di noi
Sorgente di gioia purissima abbi pietà di noi
Sacramento che germina i vergini abbi pietà di noi
Sacramento che dà forza e vigore abbi pietà di noi
Anticipazione del banchetto celeste abbi pietà di noi
Pegno della nostra risurrezione abbi pietà di noi
Pegno della gloria futura abbi pietà di noi
Agnello di Dio che togli i peccati del mondo
perdonaci, Signore.
Agnello di Dio che togli i peccati del mondo
ascoltaci, Signore.
Agnello di Dio che togli i peccati del mondo
abbi pietà di noi.
O GESÙ, ECCO QUI LA MAMMA
- O Gesù, ecco qui la Mamma. Ascoltala. È Lei che ti parlerà per me, e tu, cara Mamma del Cielo, va' a dare baci ai Tabernacoli, un'infinità di baci e di abbracci, un'infinità di tenerezze e carezze. Tutti per Gesù Eucaristia, tutti per la Santissima Trinità, tutti per te. Moltiplicali, moltiplicali, dalli pieni di un amore puro e santo, di un amore oltre ogni amore, di sante nostalgie per non potermi più muovere e andare io a baciare e abbracciare Gesù Eucaristia, la SS. Trinità, e te, o Madre cara.
(Beata Alexandrina)
SESTO GIOVEDI’
Nel momento della loro morte condurrò con Me
la Mia Santissima Madre per difenderli
INNO EUCARISTICO: Anima Christi
Anima di Cristo, santificami;
Corpo di Cristo, salvami;
Sangue di Cristo, inebriami;
Acqua del costato di Cristo, lavami;
passione di Cristo, confortami;
o buon Gesù, esaudiscimi.
Dentro le tue piaghe nascondimi;
non permettere che io mi separi da te;
dal maligno nemico difendimi;
nell'ora della mia morte chiamami
e comanda che io venga a te,
affinché ti lodi con i tuoi santi nei secoli dei secoli. Amen.
DALLA PAROLA DI DIO:
Nell'attesa della tua venuta (I Cor 11,23-32)
Io, infatti, ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso: il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese del pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: «Questo è il mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me». Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: «Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne bevete, in memoria di me». Ogni volta infatti che mangiate di questo pane e bevete di questo calice, voi annunziate la morte del Signore finché egli venga. Perciò chiunque in modo indegno mangia il pane o beve il calice del Signore, sarà reo del colpo e del sangue del Signore. Ciascuno, pertanto, esamini se stesso e poi mangi di questo pane e beva di questo calice; perché chi mangia e beve senza riconoscere il corpo del Signore, mangia e beve la propria condanna. È per questo che tra voi ci sono molti ammalati e infermi, e un buon numero sono morti. Se però ci esaminassimo attentamente da noi stessi, non saremmo giudicati; quando poi siamo giudicati dal Signore, veniamo ammoniti per non esser condannati insieme con questo mondo.
DALL'ENCICLICA «ECCLESIA DE EUCHARISTIA»
18. L'acclamazione che il popolo pronuncia dopo la consacrazione opportunamente si conclude manifestando la proiezione escatologica che contrassegna la Celebrazione eucaristica (ef 1 Cor 11,26): «nell'attesa della tua venuta». L'Eucaristia è tensione verso la meta, pregustazione della gioia piena promessa da Cristo (cf Gv 15,11); in certo senso, essa è anticipazione del Paradiso, «pegno della gloria futura». Tutto, nell'Eucaristia, esprime l'attesa fiduciosa che «si compia la beata speranza e venga il nostro Salvatore Gesù Cristo». Colui che si nutre di Cristo nell'Eucaristia non deve attendere l'aldilà per ricevere la vita eterna: la possiede già sulla terra, come primizia della pienezza futura, che riguarderà l'uomo nella sua totalità. Nell'Eucaristia riceviamo infatti anche la garanzia della risurrezione corporea alla fine del mondo: «Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell'ultimo giorno» (Gv 6,54). Questa garanzia della futura risurrezione proviene dal fatto che la carne del Figlio dell'uomo, data in cibo, è il suo corpo nello stato glorioso di risorto. Con l'Eucaristia si assimila, per così dire, il «segreto» della risurrezione. Perciò giustamente sant'Ignazio d'Antiochia definiva il Pane eucaristico «farmaco di immortalità, antidoto contro la morte».
19. La tensione escatologica suscitata dall'Eucaristia esprime e rinsalda la comunione con la Chiesa celeste. Non è un caso che nelle anafore orientali e nelle preghiere eucaristiche latine si ricordino con venerazione la sempre Vergine Maria, Madre del nostro Dio e Signore Gesù Cristo, gli angeli, i santi apostoli, i gloriosi martiri e tutti i santi. È un aspetto dell'Eucaristia che merita di essere posto in evidenza: mentre noi celebriamo il sacrificio dell'Agnello, ci uniamo alla liturgia celeste, associandoci a quella moltitudine immensa che grida: «La salvezza appartiene al nostro Dio seduto sul trono e all'Agnello!» (Ap 7,10). L'Eucaristia è davvero uno squarcio di cielo che si apre sulla terra. E un raggio di gloria della Gerusalemme celeste, che penetra le nubi della nostra storia e getta luce sul nostro cammino.
DALL'ESPERIENZA DELLA BEATA ALEXANDRINA
Il 6 maggio del 1955, la Madonna le preannuncio: «Tra poco vengo a prenderti», ed il 13 ottobre dello stesso anno Alexandrina raggiunse il Cielo.
«Sono felice perché oggi vado in Cielo!» andava ripetendo fin dal mattino ed alle 8 di sera baciò per l'ultima volta il suo Crocifisso. «Desidero essere sepolta, se sarà possibile, con il viso rivolto verso il Tabernacolo della nostra Chiesa. Come in vita desiderai sempre unirmi a Gesù Sacramentato e guardare quanto più spesso mi fosse possibile il mio Tabernacolo, voglio, dopo la mia morte, continuare a vegliarlo mantenendomi rivolta verso di Esso. So che con gli occhi del mio corpo non vedrò più Gesù, ma voglio essere collocata in quella posizione per dimostrargli l'amore che nutro per la Divina Eucaristia».
La compiacenza e l'amore del Signore verso questa umile e generosa figlia del Portogallo, andarono ben oltre il suo semplice desiderio: dal 1978, infatti, il corpo di Alexandrina riposa nella Chiesa Parrocchiale di Balasar, accanto al Tabernacolo.
Gesù la rassicura: «La tua vita è un insieme della vita di Cristo e della Madre Mia benedetta. Confida in me. Io non vengo meno. Tu sei il nido del Mio amore o colomba dell'Eucarestia; il tuo volo continuo verso di Me nell'Eucaristia, delizia il Mio Cuore: è per questo che ti chiamo sposa Eucaristica. Grazie al tuo fuoco eucaristico, avrò dopo la tua morte, molte anime e spose eucaristiche».
Alexandrina: «Io voglio riparare, o mio Gesù, per tutti i cuori, per tutte le anime. Sì, voglio, voglio Gesù che esse credano in Te, voglio che vadano nei Tuoi Tabernacoli, voglio vedere il mondo ardere in quel fuoco in cui Tu stai ardendo e nel quale fai ardere il mio cuore.,.».
- Mia cara figlia, il fuoco in cui ardo e ti faccio ardere è il fuoco dell'Eucaristia.
L'amore, la preghiera e la sofferenza sono i mezzi che Gesù indica ad Alexandrina per riparare le offese.
PREGHIERE A GESÙ EUCARISTIA:
Per le anime del purgatorio
Adorato Gesù, nostro Dio e salvatore, che dopo averci salvato morendo sulla croce, andasti subito a consolare le anime dei defunti che con vivissimo desiderio aspettavano nel seno di Abramo il sospirato Liberatore, mi presento oggi al santo tabernacolo.
Vorrei ricordarti, o redentore delle anime, quei momenti
O buon Gesù, vi sono ancora tante anime elette che soffrendo e piangendo sospirano il loro Liberatore. Attendono te, o Gesù, che col tuo Sangue e con la tua santa croce hai riaperto il paradiso. Tu, Liberatore delle anime, sei qui e dal tabernacolo eucaristico t'immoli per tutti. Mio Dio, tu sei qui ed hai operato il grande miracolo di esserti unito a noi così strettamente da renderci una sola cosa con te. Per mezzo del tuo Sangue prezioso, o Signore, siano purificate da ogni macchia le care anime dei defunti. Dal tuo santo Tabernacolo ora, o Gesù, benedicimi, dammi la grazia di saper amare di più e di vivere in modo da poter morire senza debiti con la tua giustizia. Amen.
SIA FATTA LA TUA VOLONTÀ
- O mio caro Gesù, vorrei visitarti nei tuoi Tabernacoli, ma non posso perché la mia malattia mi trattiene al mio caro lettino di dolore. Sia fatta la tua volontà, Signore, ma almeno mio Gesù, permetti che neppure un momento trascorra senza che io venga in spirito alle porticine dei tuoi Tabernacoli a dirti: Mio Gesù, voglio amarti, voglio incendiarmi tutta nelle fiamme del tuo amore e pregarti per i peccatori e per le anime del purgatorio.
(Beata Alexandrina)
Tratto da: http://www.preghiereperlafamiglia.it/