LA MADONNA DI POMPEI: LA STORIA DEI “MIRACOLI” E DEL DIPINTO
La Madonna di Pompei e il relativo santuario, in cui la si venera da sempre con molta devozione, sono meta perenne di pellegrini e turisti guidati chi dalla fede, chi dalla pura “curiosità”.
Sta di fatto che le strade della cittadina campana, già popolate per via degli scavi e dei resti architettonici che vantano di fama mondiale, vengono occupate ogni anno da oltre quattro milioni di persone in visita al Santuario della Beata Vergine.
La basilica, infatti, è ricca di ex-voto e di testimonianze di apparizione della Vergine, che la avvicinano sempre di più ai fedeli, i quali giorno per giorno si recano a Pompei a richiederle una grazia o un semplice perdono.
Date di enormi afflussi si hanno nei giorni della Supplica (l’8 maggio e la prima domenica di ottobre), preghiera scritta da Bartolo Longo e recitata due volte l’anno presso il Santuario di Pompei nonché in diretta tv mondiale.
I miracoli di Pompei
I motivi che spingono un cristiano a Pompei sono tanti, ma ciò che commuove più di ogni cosa sono i racconti dei miracoli, attestati e testimoniati da numerosissime persone.
Tra i vari, in particolare, si ricorda quello avvenuto a Napoli il 13 febbraio 1876: in questo giorno, in cui il celebre quadro della Madonna di Pompei venne riesposto al pubblico in seguito a uno dei suoi numerosi restauri, si dice fosse guarita per intercessione della Vergine una paziente malata di epilessia dichiarata inguaribile dall’integerrimo medico Antonio Cardarelli (a cui Napoli oggi ha dedicato uno dei principali ospedali).
A Lecce, invece, le Suore Salesiane le hanno addirittura consacrato una Cappella in onore di un prodigio avvenuto il 24 marzo 1899 in cui si narra che una suora, esortando una fanciulla che in seguito ad una lesione non poteva più camminare, abbia detto a questa “Cammina, la Vergine di Pompei ti farà camminare!” e la fanciulla inizialmente bloccata avesse davvero iniziato a muoversi.
Il dipinto della Madonna di Pompei
Emblematica è l’immagine della Vergine che tutti i pellegrini seguono fedelmente lungo il percorso di espiazione dei pellegrinaggi, ma che purtroppo per loro non è altro che una copia, poiché dopo varie e “rocambolesche” avventure non è assestata a Pompei come previsto: vediamo perché.
Si narra, appunto, che in origine Bartolo Longo, fautore principale della costruzione della Basilica di Pompei al fine di sensibilizzare i fedeli alla pratica del Rosario, fosse andato per le strade di Napoli alla ricerca di un dipinto della Madonna del Rosario da posizionare all’interno della nascente Basilica.
Incontrato il suo confessore Padre Radente lungo via Toledo, questi gli consiglia di recarsi al Conservatorio di Portamedina e di andare a suo nome da una certa Suor Maria Concetta de Litala, alla quale era stato affidato un dipinto della Madonna dieci anni prima dal Padre stesso.
Longo, però, scoperta la tela, nota che essa è del tutto logora nei colori e che, oltre a mostrare la Madonna in maniera diversa dal solito, porge il Rosario a Santa Rosa anziché a Santa Caterina da Siena come voleva la consuetudine. Il quadro, quindi, viene portato a Pompei su un carro adibito (pensate un po’..) al trasporto di letame destando nuovamente lo stupore dei presenti per le sue condizioni rovinose.
È quindi restaurato in primis da Guglielmo Galella, curatore delle immagini negli Scavi di Pompei, e riposta temporaneamente nella chiesetta di San Salvatore, dove subisce, però, ulteriori deterioramenti. Passa di conseguenza nelle mani del secondo restauratore, il napoletano Federico Maldarelli, che, lavorando sempre gratuitamente, sostituisce anche Santa Rosa con Santa Caterina.
La Madonna, quindi, fu posta in una cappella della Basilica in costruzione e fu riempita di onori e di gemme in onore delle grazie che le si attribuivano. Seguì un altro restauro a Roma nel quale si scoprirono i colori originali e dopo ulteriore analisi si confermò che il dipinto era opera di un artista della scuola del celebre Luca Giordano.
Il ritorno dell’icona da Roma a Pompei, inoltre, fu effettuato rigorosamente a piedi da un corteo di fedeli esultanti, come accadde poi dopo un’ulteriore sosta-lavori nel 2000, partendo stavolta da Napoli. Nel 2002, infine, papa Giovanni Paolo II volle a tutti i costi che il dipinto tornasse a San Pietro, e, accanto all’immagine della Vergine, firmò e pose la Lettera Apostolica Rosarium Virginis Mariae.
I pellegrinaggi
Abbiamo detto che nel passato si sono svolti due cortei celebri a piedi che hanno riaccompagnato la Madonna a Pompei prima da Napoli e poi da Roma.
Sembrano solo ricordi del passato, eppure la tradizione è tutt’altro che conclusa!
Ogni anno l’Azione Cattolica nell’ultimo sabato di maggio organizza, principalmente dalle città limitrofe, un vero e proprio pellegrinaggio con a capo un carro che porta sopra, guarda caso, una riproduzione dell’immagine della Madonna di Pompei tanto benvoluta e attraversa svariati paesi vesuviani per giungere, quindi, a Pompei ad ascoltare una funzione indetta appositamente dal Cardinale Sepe.
Maria Francesca Celentano
Fonte: https://www.lacooltura.com/