TRIDUO DI ROSARI ALLA CARITA’

 

“Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore”(1 Gv 4,8). Questa affermazione dovrebbe portarci a riflettere sul nostro cammino spirituale e suscitare in noi il santo desiderio di progredire nella conoscenza di Dio e nella carità.

Questo Triduo di Rosari viene formulato con l’intento di chiedere a Dio la grazia di rispondere pienamente alla nostra chiamata alla santità, prendendo come Modello Maria e chiedendo la sua Materna Mediazione.

Iniziamo la nostra preghiera con l’Inno alla Carità di San Paolo e proseguiremo con le meditazioni tratte dall’Enciclica “Deus Caritas est” di Sua Santità Papa Benedetto XVI e, infine, con le meditazioni tratte dall’Enciclica Dominum et Vivificantem” di San Giovanni Paolo II.

1° giorno

+Nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.

O Dio, vieni a salvarmi. Signore, vieni presto in mio aiuto.

Gloria

1° meditazione: La Carità è la via migliore di tutte.

Aspirate ai carismi più grandi! E io vi mostrerò una via migliore di tutte.

Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sono come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna. E se avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza, e possedessi la pienezza della fede così da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sono nulla. E se anche distribuissi tutte le mie sostanze e dessi il mio corpo per esser bruciato, ma non avessi la carità, niente mi giova. (1 Cor 12,31;13,1-3)

Padre nostro, 10 Ave Maria, Gloria

2° meditazione: la carità serve a tutto.

La carità è paziente, è benigna la carità; non è invidiosa la carità, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell'ingiustizia, ma si compiace della verità. Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. (1 Cor 13,4-7)

Padre nostro, 10 Ave Maria, Gloria

3° meditazione: La Carità non avrà mai fine.

La carità non avrà mai fine. Le profezie scompariranno; il dono delle lingue cesserà e la scienza svanirà. La nostra conoscenza è imperfetta e imperfetta la nostra profezia. Ma quando verrà ciò che è perfetto, quello che è imperfetto scomparirà. Quand'ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino. Ma, divenuto uomo, ciò che era da bambino l'ho abbandonato. (1 Cor 13,8-11)

Padre nostro, 10 Ave Maria, Gloria

4° meditazione: la carità ci conduce alla perfezione.

Ora vediamo come in uno specchio, in maniera confusa; ma allora vedremo a faccia a faccia. Ora conosco in modo imperfetto, ma allora conoscerò perfettamente, come anch'io sono conosciuto. (1 Cor 13,12)

Padre nostro, 10 Ave Maria, Gloria

5° meditazione: Ricercate la Carità.

Queste dunque le tre cose che rimangono: la fede, la speranza e la carità; ma di tutte più grande è la carità! Ricercate la carità.  1 Cor 13,13; 14,1)

Padre nostro, 10 Ave Maria, Gloria

Salve Regina

2° giorno

+Nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.

O Dio, vieni a salvarmi. Signore, vieni presto in mio aiuto.

Gloria

1° meditazione: Maria, Donna di fede.

Tra i santi eccelle Maria, Madre del Signore e specchio di ogni santità. Nel Vangelo di Luca la troviamo impegnata in un servizio di carità alla cugina Elisabetta, presso la quale resta « circa tre mesi » (1, 56) per assisterla nella fase terminale della gravidanza. « Magnificat anima mea Dominum », dice in occasione di questa visita — « L'anima mia rende grande il Signore » — (Lc 1, 46), ed esprime con ciò tutto il programma della sua vita: non mettere se stessa al centro, ma fare spazio a Dio incontrato sia nella preghiera che nel servizio al prossimo — solo allora il mondo diventa buono. Maria è grande proprio perché non vuole rendere grande se stessa, ma Dio. Ella è umile: non vuole essere nient'altro che l'ancella del Signore (cf. Lc 1, 38. 48). Ella sa di contribuire alla salvezza del mondo non compiendo una sua opera, ma solo mettendosi a piena disposizione delle iniziative di Dio. (Deus Caritas est)

Padre nostro, 10 Ave Maria, Gloria

2° meditazione: Maria, Donna di speranza.

Maria è una donna di speranza: solo perché crede alle promesse di Dio e attende la salvezza di Israele, l'angelo può venire da lei e chiamarla al servizio decisivo di queste promesse. Essa è una donna di fede: « Beata sei tu che hai creduto », le dice Elisabetta (cf. Lc 1, 45). Il Magnificat — un ritratto, per così dire, della sua anima — è interamente tessuto di fili della Sacra Scrittura, di fili tratti dalla Parola di Dio. Così si rivela che lei nella Parola di Dio è veramente a casa sua, ne esce e vi rientra con naturalezza. Ella parla e pensa con la Parola di Dio; la Parola di Dio diventa parola sua, e la sua parola nasce dalla Parola di Dio. Così si rivela, inoltre, che i suoi pensieri sono in sintonia con i pensieri di Dio, che il suo volere è un volere insieme con Dio. Essendo intimamente penetrata dalla Parola di Dio, ella può diventare madre della Parola incarnata. (Deus Caritas est)

Padre nostro, 10 Ave Maria, Gloria

3° meditazione: Maria, Donna che ama.

Infine, Maria è una donna che ama. Come potrebbe essere diversamente? In quanto credente che nella fede pensa con i pensieri di Dio e vuole con la volontà di Dio, ella non può essere che una donna che ama. Noi lo intuiamo nei gesti silenziosi, di cui ci riferiscono i racconti evangelici dell'infanzia. Lo vediamo nella delicatezza, con la quale a Cana percepisce la necessità in cui versano gli sposi e la presenta a Gesù. Lo vediamo nell'umiltà con cui accetta di essere trascurata nel periodo della vita pubblica di Gesù, sapendo che il Figlio deve fondare una nuova famiglia e che l'ora della Madre arriverà soltanto nel momento della croce, che sarà la vera ora di Gesù (cf. Gv 2, 4; 13, 1). Allora, quando i discepoli saranno fuggiti, lei resterà sotto la croce (cf. Gv 19, 25-27); più tardi, nell'ora di Pentecoste, saranno loro a stringersi intorno a lei nell'attesa dello Spirito Santo (cf. At 1, 14). (Deus Caritas est)

Padre nostro, 10 Ave Maria, Gloria

4° meditazione: Maria, Madre di Dio e Madre nostra.

Alla vita dei Santi non appartiene solo la loro biografia terrena, ma anche il loro vivere ed operare in Dio dopo la morte. Nei Santi diventa ovvio: chi va verso Dio non si allontana dagli uomini, ma si rende invece ad essi veramente vicino. In nessuno lo vediamo meglio che in Maria. La parola del Crocifisso al discepolo — a Giovanni e attraverso di lui a tutti i discepoli di Gesù: « Ecco tua madre » (Gv 19, 27) — diventa nel corso delle generazioni sempre nuovamente vera. Maria è diventata, di fatto, Madre di tutti i credenti. Alla sua bontà materna, come alla sua purezza e bellezza verginale, si rivolgono gli uomini di tutti i tempi e di tutte le parti del mondo nelle loro necessità e speranze, nelle loro gioie e sofferenze, nelle loro solitudini come anche nella condivisione comunitaria. E sempre sperimentano il dono della sua bontà, sperimentano l'amore inesauribile che ella riversa dal profondo del suo cuore. (Deus Caritas est)

Padre nostro, 10 Ave Maria, Gloria

5° meditazione: Maria, Madre della Chiesa.

Le testimonianze di gratitudine, a lei tributate in tutti i continenti e in tutte le culture, sono il riconoscimento di quell'amore puro che non cerca se stesso, ma semplicemente vuole il bene. La devozione dei fedeli mostra, al contempo, l'intuizione infallibile di come un tale amore sia possibile: lo diventa grazie alla più intima unione con Dio, in virtù della quale si è totalmente pervasi da Lui — una condizione che permette a chi ha bevuto alla fonte dell'amore di Dio di diventare egli stesso una sorgente « da cui sgorgano fiumi di acqua viva » (cf. Gv 7, 38). Maria, la Vergine, la Madre, ci mostra che cos'è l'amore e da dove esso trae la sua origine, la sua forza sempre rinnovata. (Deus Caritas est)

Padre nostro, 10 Ave Maria, Gloria

Salve Regina

3° giorno

+Nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.

O Dio, vieni a salvarmi. Signore, vieni presto in mio aiuto.

Gloria

1° meditazione: Lo Spirito Santo “sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna”.

La via della Chiesa passa attraverso il cuore dell'uomo, perché è qui il luogo recondito dell'incontro salvifico con lo Spirito Santo, col Dio nascosto, e proprio qui lo Spirito Santo diventa «sorgente di acqua, che zampilla per la vita eterna». Qui egli giunge come Spirito di verità e come Paraclito, quale è stato promesso da Cristo. Di qui egli agisce come consolatore, intercessore, avvocato - specialmente quando l'uomo, o l'umanità, si trova davanti al giudizio di condanna di quell'«accusatore», del quale l'Apocalisse dice che «accusa i nostri fratelli davanti al nostro Dio giorno e notte». Lo Spirito Santo non cessa di essere il custode della speranza nel cuore dell'uomo: della speranza di tutte le creature umane e, specialmente, di quelle che «possiedono le primizie dello Spirito» ed «aspettano la redenzione del loro corpo». Lo Spirito Santo, nel suo misterioso legame di divina comunione col Redentore dell'uomo, è il realizzatore della continuità della sua opera: egli prende da Cristo e trasmette a tutti, entrando incessantemente nella storia del mondo attraverso il cuore dell'uomo. (Dominum et Vivificantem)

Padre nostro, 10 Ave Maria, Gloria

2° meditazione: Lo Spirito Santo opera la purificazione da tutto ciò che deturpa l’uomo.

Qui egli diventa - come proclama la Sequenza liturgica della solennità di Pentecoste - vero «padre dei poveri, datore dei doni luce dei cuori»; diventa «dolce ospite dell'anima», che la Chiesa saluta incessantemente sulla soglia dell'intimità di ogni uomo. Egli, infatti, porta «riposo e riparo» in mezzo alle fatiche, al lavoro delle braccia e delle menti umane; porta «riposo» e «sollievo» in mezzo alla calura del giorno, in mezzo alle inquietudini, alle lotte e ai pericoli di ogni epoca; porta, infine, la «consolazione», quando il cuore umano piange ed è tentato dalla disperazione. Per questo, la stessa Sequenza esclama: «Senza la tua forza nulla è nell'uomo, nulla è senza colpa». Solo lo Spirito Santo, infatti, «convince del peccato», del male, allo scopo di instaurare il bene nell'uomo e nel mondo umano: per «rinnovare la faccia della terra». Perciò, egli opera la purificazione da tutto ciò che «deturpa» l'uomo, da «ciò che è sordido»; cura le ferite anche più profonde dell'umana esistenza; cambia l'interiore aridità delle anime, trasformandole in fertili campi di grazia e di santità. Quello che è «rigido - lo piega», quello che è «gelido - lo riscalda», quello che è «sviato - lo raddrizza» lungo le vie della salvezza. (Dominum et Vivificantem)

Padre nostro, 10 Ave Maria, Gloria

3° meditazione: Lo Spirito Santo riempie l’universo.

Pregando così, la Chiesa incessantemente professa la sua fede: c'è nel nostro mondo creato uno Spirito che è un dono increato. È questi lo Spirito del Padre e del Figlio: come il Padre e il Figlio, è increato, immenso, eterno, onnipotente, Dio, Signore. Questo Spirito di Dio «riempie l'universo», e tutto ciò che è creato in lui riconosce la fonte della propria identità, in lui trova la propria trascendente espressione, a lui si volge e lo attende, lo invoca col suo stesso essere. A lui, come a Paraclito, a Spirito di verità e di amore, si rivolge l'uomo che vive di verità e di amore e che senza la fonte della verità e dell'amore non può vivere. A lui si rivolge la Chiesa, che è il cuore dell'umanità, per invocare per tutti ed a tutti dispensare quei doni dell'amore, che per mezzo suo «è stato riversato nei nostri cuori». A lui si rivolge la Chiesa lungo le intricate vie del pellegrinaggio dell'uomo sulla terra: e chiede, incessantemente chiede la rettitudine degli atti umani come opera sua; chiede la gioia e la consolazione, che solo lui, il vero consolatore, può portare scendendo nell'intimo dei cuori umani; chiede la grazia delle virtù, che meritano la gloria celeste; chiede la salvezza eterna, nella piena comunicazione della vita divina, a cui il Padre ha eternamente «predestinato» gli uomini, creati per amore ad immagine e somiglianza della Santissima Trinità. (Dominum et Vivificantem)

Padre nostro, 10 Ave Maria, Gloria

4° meditazione: la Chiesa chiede allo Spirito Santo la gioia “che nessuno potrà togliere”.

La Chiesa col suo cuore, che in sé comprende tutti i cuori umani, chiede allo Spirito Santo la felicità, che solo in Dio ha la sua completa attuazione: la gioia «che nessuno potrà togliere», la gioia che è frutto dell'amore e, dunque, di Dio che è amore; chiede «la giustizia, la pace e la gioia nello Spirito Santo», in cui, secondo san Paolo, consiste il Regno di Dio. Anche la pace è frutto dell'amore: quella pace interiore, che l'uomo affaticato cerca nell'intimo del suo essere. (Dominum et Vivificantem)

Padre nostro, 10 Ave Maria, Gloria

5° meditazione: lo Spirito Santo è l’Amore del Padre e del Figlio.

Poiché la via della pace passa in definitiva attraverso l'amore e tende a creare la civiltà dell'amore, la Chiesa fissa lo sguardo in colui che è l'amore del Padre e del Figlio e, nonostante le crescenti minacce, non cessa di aver fiducia, non cessa di invocare e di servire la pace dell'uomo sulla terra. La sua fiducia si fonda su colui che, essendo lo Spirito-amore, è anche lo Spirito della pace e non cessa di esser presente nel nostro mondo umano, sull'orizzonte delle coscienze e dei cuori, per «riempire l'universo» di amore e di pace. (Dominum et Vivificantem)

Padre nostro, 10 Ave Maria, Gloria

Salve Regina

Tratto da: Preghiamo con la corona del rosario – Imprimatur Parma, 23 Luglio 2018 + Enrico Solmi Vescovo